La reazione
Torna il reintegro. Cgil: importante risultato
di rassegna.it 05 aprile 2012 ore 15.40
La confederazione giudica positiva la "riconquista del reintegro". "Ripristina un principio di civiltà giuridica". La marcia indietro del governo grazie alla mobilitazione. Ma su ammortizzatori e precarietà la riforma non va, e la mobilitazione continua

“La riconquista dello strumento del ‘reintegro’ nel caso di licenziamenti economici insussistenti è un risultato positivo che ripristina un principio di civiltà giuridica. Ciò insieme alla velocizzazione dell’iter di giudizio, al permanere dell’onere della prova sull’impresa, al ruolo del sindacato nella conciliazione ricostituiscono il potere di deterrenza dell’art. 18 e scongiurano la pratica dei licenziamenti facili a indennizzo economico che Governo e Confindustria intendevano introdurre”. E’ quanto afferma la Cgil in una nota diffusa dalla segreteria nazionale della confederazione.
“Il Governo – prosegue il sindacato - aveva chiuso la consultazione con le parti sociali imponendo un testo che escludeva il reintegro per i licenziamenti economici. Ora è dovuto tornare indietro: si tratta di un importante risultato della Cgil, della mobilitazione unitaria dei lavoratori, del consenso che si è sviluppato nel Paese sul tema della dignità del lavoro, a cui hanno prestato ascolto le forze politiche progressiste più sensibili alle tematiche sociali”.
La Cgil esprime solo delle “prime valutazioni di ordine generale, rinviando le osservazioni specifiche a un futuro più compiuto esame dell’articolato in essere”. Ma sottolinea comunque gli altri punti dolenti del ddl “pomposamente definito ‘Riforma del Lavoro in una prospettiva di crescita’” ma che, secondo il sindacato, “contiene forse la Riforma ma non la prospettiva di crescita”.
“Sul tema della precarietà – osserva la Cgil - la distanza tra il testo presentato rispetto agli annunci propagandistici del Governo è evidente e rischia di arretrare i risultati ottenuti nel confronto con le organizzazioni sindacali”.
Sugli ammortizzatori, “l’articolazione dei fondi allontana l’idea di universalità, così come non c’è risposta inclusiva per i lavoratori discontinui”.
La Cgil dunque “conferma la necessità di una forte iniziativa”, che proporrà anche a Cisl e Uil, con al centro: “Presidiare la discussione sul Ddl al fine di migliorarlo a partire da precarietà e ammortizzatori; ridurre la pressione fiscale sul lavoro dipendente e i pensionati; ottenere provvedimenti per la crescita economica e la creazione di posti di lavoro”.
Sulla base di queste priorità il prossimo Direttivo della Cgil definirà il calendario e le modalità della prosecuzione della mobilitazione.
“Il Governo – prosegue il sindacato - aveva chiuso la consultazione con le parti sociali imponendo un testo che escludeva il reintegro per i licenziamenti economici. Ora è dovuto tornare indietro: si tratta di un importante risultato della Cgil, della mobilitazione unitaria dei lavoratori, del consenso che si è sviluppato nel Paese sul tema della dignità del lavoro, a cui hanno prestato ascolto le forze politiche progressiste più sensibili alle tematiche sociali”.
La Cgil esprime solo delle “prime valutazioni di ordine generale, rinviando le osservazioni specifiche a un futuro più compiuto esame dell’articolato in essere”. Ma sottolinea comunque gli altri punti dolenti del ddl “pomposamente definito ‘Riforma del Lavoro in una prospettiva di crescita’” ma che, secondo il sindacato, “contiene forse la Riforma ma non la prospettiva di crescita”.
“Sul tema della precarietà – osserva la Cgil - la distanza tra il testo presentato rispetto agli annunci propagandistici del Governo è evidente e rischia di arretrare i risultati ottenuti nel confronto con le organizzazioni sindacali”.
Sugli ammortizzatori, “l’articolazione dei fondi allontana l’idea di universalità, così come non c’è risposta inclusiva per i lavoratori discontinui”.
La Cgil dunque “conferma la necessità di una forte iniziativa”, che proporrà anche a Cisl e Uil, con al centro: “Presidiare la discussione sul Ddl al fine di migliorarlo a partire da precarietà e ammortizzatori; ridurre la pressione fiscale sul lavoro dipendente e i pensionati; ottenere provvedimenti per la crescita economica e la creazione di posti di lavoro”.
Sulla base di queste priorità il prossimo Direttivo della Cgil definirà il calendario e le modalità della prosecuzione della mobilitazione.
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