“Centoventi rifugiati, da 15 anni occupanti uno stabile di via Scorticabove, a Roma, tutti appartenenti alla comunità sudanese, sono stati sgombrati e lasciati per strada”. Così, in una nota, Roberto Giordano, segretario della Cgil di Roma e del Lazio: “Oltre alle modalità dello sgombero, da molti degli interessati definito violento, ci lascia sbigottiti il fatto che si attui una misura così drastica senza pensare a una soluzione alternativa. Come purtroppo ci aspettavamo, l’estate rischia di essere caratterizzata da queste non-soluzioni, in quanto non è pensabile affrontare il tema delle occupazioni con il codice alla mano. Anche perché, rifacendoci alla gerarchia delle fonti giuridiche, la Costituzione italiana in diversi articoli impegna lo Stato e il legislatore a garantire i diritti di cittadinanza fondamentali, fra cui quello all’abitare”.
Per l'esponente sindacale, al di là della complessa tematica delle occupazioni, quello che preoccupa “è la rampogna, politica e mediatica, che insiste sulle invasioni dei migranti, a dispetto dei numeri reali e della lettura della realtà sociale ed economica del nostro paese. Tale deriva non può non toccare tutte le coscienze democratiche, che ancora hanno saldi i riferimenti valoriali della nostra democrazia, nata dalla Resistenza. Per questi motivi solleciteremo la convocazione di un’assemblea pubblica che abbia come obiettivo quello di fare da argine alla deriva culturale e politica in atto, chiamando all’unità di azione tutte le forze democratiche della città, laiche e cattoliche, dato che Roma rimane inequivocabilmente una città aperta. Ci muoveremo presso le istituzioni competenti per garantire una soluzione immediata. Come sempre la Cgil di Roma e del Lazio darà il proprio contributo raccogliendo generi di prima necessità e quanto necessario ad alleviare il pernottamento all’addiaccio degli sgombrati”.
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