Inverno italiano
Natale senza festa, aspettando la stangata
di rassegna.it 23 dicembre 2011 ore 13.32
Consumi contratti, ristoranti vuoti. L'inflazione corre il doppio delle buste paga, la disoccupazione e la cassa integrazione pure. E tra poco arrivano gli effetti della manovra Monti. Sette italiani su 10 risparmieranno quello che possono

La maggioranza degli italiani si avvia a festeggiare un Natale con la cinghia stretta. La manovra dei sacrifici targata Mario Monti induce chi può a mettere da parte i risparmi per la stangata in arrivo nel 2012. Gli ultimi dati Istat confermano che l'inflazione cresce più del doppio rispetto ai salari: il caro vita viaggia al +3,3%, le buste paga si fermano al +1,5%. E questo per quei “privilegiati” che hanno uno stipendio o un lavoro. Non sono inclusi nella lista quei 500mila lavoratori in cassa integrazione a zero ore, né gli oltre 2 milioni di disoccupati (8,5% di italiani, ma quasi il 30% tra i giovani).
Sarà dunque un Natale in famiglia, per chi ha una famiglia. E in casa, per chi ha una casa. I ristoranti non saranno molto gettonati. "Se negli anni passati si faceva fronte al picco natalizio assumendo personale extra – ha detto a Labitalia Esmeralda Giampaoli, presidente Pubblici esercizi della Confesercenti- ora non è più così: i nostri dati ci danno infatti a dicembre 2011 una flessione della frequentazione dei ristoranti del 35% rispetto a dicembre 2010, così come è quasi sparita la consuetudine delle cene aziendali".
Sette italiani su 10 risparmieranno. Il 70,9% vivrà le feste in tono minore rispetto al passato. Secondo un'indagine condotta dalla Camera di commercio di Milano, solo il 23,3% non risente della crisi e passerà le feste come se nulla fosse. La stessa ricerca rileva che la spesa media, per ciascun italiano, sarà di 295 euro.
Un'altra indagine – curata dal Cermes, il Centro di ricerca su marketing e servizi dell’Università Bocconi – dà cifre diverse ma una tendenza analoga. Secondo la Bocconi, tra novembre e dicembre gli italiani hanno speso, in media, 589 euro in regali, con una riduzione dell’8,1% rispetto ai 641 euro del Natale 2010. La spesa è suddivisa in 425 euro per regali ad altre persone e 164 euro per regali a se stessi, con un calo più consistente per i regali agli altri (-9,4% rispetto al 2010) che per quelli fatti a se stessi (-4,9%). Il 44% degli italiani ha ridotto le spese per i regali agli altri e il 54% ha ridotto quelle per i regali a se stessi.
Le associazioni dei consumatori stimano un contrazione dei consumi del 7%, dopo quella del 12% del 2010; mentre alcuni studi hanno evidenziato un calo delle vendite vicino al 10%, in particolar modo per le catene in franchising, del food e del non food. “Rimbalzano da ogni dove, i dati sulla contrazione dei consumi – sottolinea la Filcams, la categoria della Cgil che rappresenta e tutela le lavoratrici e i lavoratori del commercio -, soprattutto in questo periodo, e le previsioni non sono migliori. Gli italiani cercano di risparmiare, anche sotto il periodo di Natale, magari aspettando i saldi per fare gli acquisti necessari”.
La contrazione dei consumi, secondo il sindacato, non è stata arrestata neanche dalla liberalizzazione degli orari degli esercizi commerciali decisa in alcune zone e territori. Una mossa - afferma Maria Grazia Gabrielli segretario nazionale della Filcams - che non si è neppure tradotta in un incremento dell’occupazione: “L’aumento delle aperture commerciali non produrrà nuovi posti di lavoro, ma solo il rischio di maggiore precarietà. Quindi nessun impatto positivo sull’occupazione – afferma la sindacalista -, ma sicuramente un peggioramento delle condizioni e degli orari di lavoro, con effetti pesanti per i dipendenti del settore: circa 1 milione e 600mila lavoratori, di cui l’80% donne”.
E Babbo Natale frequenterà altre latitudini. Le agenzie che reclutano steward e animatori per impersonare Santa Claus nei centri commerciali lamentano, infatti, un crollo del fatturato rispetto agli anni scorsi. Pochi negozi sono disposti a spendere per avere un Babbo Natale tutto per sé in costume rosso e barba bianca. Così, per tanti giovani e aspiranti Santa Claus, sfuma anche quest'opportunità di lavoro, seppure occasionale. (D.O.)
Sarà dunque un Natale in famiglia, per chi ha una famiglia. E in casa, per chi ha una casa. I ristoranti non saranno molto gettonati. "Se negli anni passati si faceva fronte al picco natalizio assumendo personale extra – ha detto a Labitalia Esmeralda Giampaoli, presidente Pubblici esercizi della Confesercenti- ora non è più così: i nostri dati ci danno infatti a dicembre 2011 una flessione della frequentazione dei ristoranti del 35% rispetto a dicembre 2010, così come è quasi sparita la consuetudine delle cene aziendali".
Sette italiani su 10 risparmieranno. Il 70,9% vivrà le feste in tono minore rispetto al passato. Secondo un'indagine condotta dalla Camera di commercio di Milano, solo il 23,3% non risente della crisi e passerà le feste come se nulla fosse. La stessa ricerca rileva che la spesa media, per ciascun italiano, sarà di 295 euro.
Un'altra indagine – curata dal Cermes, il Centro di ricerca su marketing e servizi dell’Università Bocconi – dà cifre diverse ma una tendenza analoga. Secondo la Bocconi, tra novembre e dicembre gli italiani hanno speso, in media, 589 euro in regali, con una riduzione dell’8,1% rispetto ai 641 euro del Natale 2010. La spesa è suddivisa in 425 euro per regali ad altre persone e 164 euro per regali a se stessi, con un calo più consistente per i regali agli altri (-9,4% rispetto al 2010) che per quelli fatti a se stessi (-4,9%). Il 44% degli italiani ha ridotto le spese per i regali agli altri e il 54% ha ridotto quelle per i regali a se stessi.
Le associazioni dei consumatori stimano un contrazione dei consumi del 7%, dopo quella del 12% del 2010; mentre alcuni studi hanno evidenziato un calo delle vendite vicino al 10%, in particolar modo per le catene in franchising, del food e del non food. “Rimbalzano da ogni dove, i dati sulla contrazione dei consumi – sottolinea la Filcams, la categoria della Cgil che rappresenta e tutela le lavoratrici e i lavoratori del commercio -, soprattutto in questo periodo, e le previsioni non sono migliori. Gli italiani cercano di risparmiare, anche sotto il periodo di Natale, magari aspettando i saldi per fare gli acquisti necessari”.
La contrazione dei consumi, secondo il sindacato, non è stata arrestata neanche dalla liberalizzazione degli orari degli esercizi commerciali decisa in alcune zone e territori. Una mossa - afferma Maria Grazia Gabrielli segretario nazionale della Filcams - che non si è neppure tradotta in un incremento dell’occupazione: “L’aumento delle aperture commerciali non produrrà nuovi posti di lavoro, ma solo il rischio di maggiore precarietà. Quindi nessun impatto positivo sull’occupazione – afferma la sindacalista -, ma sicuramente un peggioramento delle condizioni e degli orari di lavoro, con effetti pesanti per i dipendenti del settore: circa 1 milione e 600mila lavoratori, di cui l’80% donne”.
E Babbo Natale frequenterà altre latitudini. Le agenzie che reclutano steward e animatori per impersonare Santa Claus nei centri commerciali lamentano, infatti, un crollo del fatturato rispetto agli anni scorsi. Pochi negozi sono disposti a spendere per avere un Babbo Natale tutto per sé in costume rosso e barba bianca. Così, per tanti giovani e aspiranti Santa Claus, sfuma anche quest'opportunità di lavoro, seppure occasionale. (D.O.)
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