Fiat
«Fiom discriminata, lo conferma il Tribunale di Nola»
di rassegna.it 10 maggio 2013 ore 16.10
Inammissibile il ricorso delle tute blu: c’è già la sentenza del Tribunale di Torino, con la quale nel 2011 il giudice sosteneva che la Fiom è un sindacato pienamente rappresentativo e non può essere discriminato se non firma i contratti

“La sentenza del Tribunale di Nola conferma il comportamento illegale della direzione aziendale. Illegale perché la Fiat ha continuato a negare alla Fiom Cgil il diritto di rappresentanza attraverso la Rsa, il diritto all’assemblea e tutti i diritti sindacali riconosciuti dallo Statuto dei Lavoratori”. Commenta così, Michele De Palma, coordinatore nazionale Fiom del gruppo Fiat, il rigetto da parte del Tribunale di Nola del ricorso presentato dai metalmeccanici Cgil per comportamento antisindacale nello stabilimento di Pomigliano.
Il Tribunale, in sostanza, ha dichiarato inammissibile l’articolo 28 promosso dalla Fiom per un motivo semplice e chiaro: c’è già la sentenza del Tribunale di Torino: la sentenza del 16 luglio 2011 con la quale il giudice Ciocchetti, ricordiamo, spiegava che “la Fiom è un sindacato pienamente rappresentativo e non può essere discriminato in base al suo dissenso sugli accordi contrattuali”.
“Una sentenza alla quale Fiat non ha ottemperato – dice De Palma –. Proprio per questo lo stesso giudice di Nola chiarisce che l’azienda, per la mancata attuazione dell’ordine del Tribunale di Torino, può essere oggetto di azione della Fiom Cgil al fine di dare esecutività alla sentenza Ciocchetti”.
“Alla data del 31 marzo – ricorda in conclusione il sindacalista – i vari tribunali d’Italia hanno riconosciuto la legittimità delle azioni legali presentate dalla Fiom sui diritti sindacali, sommando quelle per il riconoscimento delle Rsa e quelle sulle deleghe, 32 volte, mentre sono state respinte 19 volte”.
Il Tribunale, in sostanza, ha dichiarato inammissibile l’articolo 28 promosso dalla Fiom per un motivo semplice e chiaro: c’è già la sentenza del Tribunale di Torino: la sentenza del 16 luglio 2011 con la quale il giudice Ciocchetti, ricordiamo, spiegava che “la Fiom è un sindacato pienamente rappresentativo e non può essere discriminato in base al suo dissenso sugli accordi contrattuali”.
“Una sentenza alla quale Fiat non ha ottemperato – dice De Palma –. Proprio per questo lo stesso giudice di Nola chiarisce che l’azienda, per la mancata attuazione dell’ordine del Tribunale di Torino, può essere oggetto di azione della Fiom Cgil al fine di dare esecutività alla sentenza Ciocchetti”.
“Alla data del 31 marzo – ricorda in conclusione il sindacalista – i vari tribunali d’Italia hanno riconosciuto la legittimità delle azioni legali presentate dalla Fiom sui diritti sindacali, sommando quelle per il riconoscimento delle Rsa e quelle sulle deleghe, 32 volte, mentre sono state respinte 19 volte”.
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Dopo la sentenza del giudice, l'azienda chiuderà l'Altoforno 2, tutta l'acciaieria numero 1, metà dell'acciaieria numero 2 e altri impianti minori. No di Fiom, Fim e Uil: “Al tavolo con governo e Mittal chiederemo con forza di fare chiarezza”
ma la politica dov'e'?...capisco che i partiti di destra con Berlusconi possano nicchiare sono felici ...ma quelli di sinistra son tutti morti????la democrazia parte dai luoghi di lavoro...come si puo' permettere a dei sedicenti sindacati di combattere la democrazia fino a farla uscire dalle fabbriche?non possiamo condividere tutti le scelte di marchionne anche perché sono un arretramento dei salari e dei diritti e comunque non hanno salvato posti di lavoro ma piuttosto li han fatti perdere...