Idee
Un punto di svolta per far ripartire il lavoro
di rassegna.it 14 giugno 2013 ore 17.24
Il consiglio europeo del 27, la ritrovata unità sindacale e la manifestazione del 22, la sintonia con le imprese sulla crisi, l'esigenza di un piano per il lavoro. Sateriale (Cgil): la situazione è estremamente grave, ma anche piena di potenzialità

In questo Paese, “da almeno 18 mesi”, si applicano “linee di politica economica fondate sul rigore, sul controllo dei conti pubblici. E' da molto tempo che la Cgil, i sindacati europei, dicono che queste linee di rigore, di controllo, della spesa pubblica, dei bilanci pubblici, non sono in grado di superare la recessione, anzi, in qualche modo hanno avviato una spirale di decrescita e che le politiche europee vanno cambiate. Non siamo più i soli a dirlo, questo è un fatto importante, comincia la sensibilità anche dei governi, anche di altre parti sociali”. È quanto ha dichiarato Gaetano Sateriale, dell'ufficio di segreteria generale della Cgil, nel corso di un’intervista a RadioArticolo1 (ASCOLTA IL PODCAST).
“Direi che è importante che la sensibilità anche del governo Letta, su questi temi, venga per ora almeno dichiarata con forza e con il vertice di oggi direi che è un primo segno che si vuole far qualcosa, che si vogliono imboccare dei passi concreti. Vedremo poi quali sono i risultati ma il fatto che ci sia un vertice sostanzialmente sulla priorità del lavoro, alla vigilia del consiglio europeo del 27 giugno, secondo noi, è una novità importante”. Una novità che sei mesi fa, ha detto Sateriale durante la trasmissione Italia Parla, “sarebbe stata difficile da concepire”.
Una svolta europea?
Sateriale sottolinea la natura del vertice Ue del 14 giugno, che mette insieme i ministri del lavoro e i ministri delle finanze: “Per ora le risorse sono state sempre cercate, impiegate, a scopo di riequilibrio, a scopo di realizzare gli obiettivi del fiscal compact. L'idea invece che bisogna muovere delle risorse per avviare la crescita è un'idea importante, positiva. Oltre che di normale buonsenso. E' difficile rilanciare gli investimenti tagliando gli investimenti. Purtroppo qualcuno ha cercato di sostenerlo per molti mesi, per troppi mesi. Ora si cercano le risorse per il rilancio degli investimenti dei consumi, cioè in sostanza della domanda che è l'unica possibilità, l'unico lato da cui si può riavviare la crescita e creare nuovi posti di lavoro. Quindi è indispensabile che siano insieme i ministri del lavoro e i ministri delle finanze. Questo è un fatto di buon senso, di governo del realismo ecco, non semplicemente della propaganda”.
Secondo Sateriale “l'onda lunga della crisi è lontana dall'essersi esaurita. Perderemo ancora posti di lavoro, si chiuderanno ancora delle imprese e quindi è necessario una svolta di politica economica. Questa mi pare di poter dire che in qualche modo è diventata una considerazione che comincia a essere diffusa tra le forze economiche, oltre a quelle sindacali, e anche nel mondo della politica e del governo, e questo ci sembra un fatto importante. Naturalmente bisognerà vedere quali sono le ricette con cui si intende intervenire, quale è la svolta di politica economica che si debba dare”.
Una “convergenza importante”, rileva il dirigente sindacale, è che tutti sono d’accordo sul fatto che “al centro di questa svolta, di queste politiche, ci debba essere il tema del lavoro. Il lavoro è il modo con cui le persone esprimono la loro identità, oltre che un modo con cui mantengono sé stessi e le loro famiglie. Perdere il lavoro o non avere prospettive di lavoro significa togliere l'identità a milioni di persone, togliergli il loro ruolo di cittadinanza, significa disgregare il paese. Questa è davvero l'emergenza numero uno. Creare il lavoro non è facile. Non bastano gli interventi dal lato dell'emergenza, che pure sono importanti, indispensabili per coloro che sono in cassa integrazione, per coloro che hanno perso il lavoro, per coloro che non hanno ammortizzatori sociali, per gli esodati. Però la svolta credo debba riguardare le forme di politica economica. Noi – osserva Sateriale - dobbiamo rilanciare l'economia del paese, rilanciare il mercato interno, rilanciare la domanda interna. Su questa si creeranno posti di lavoro”.
Il 22 giugno
Con questa agenda Cgil Cisl Uil scendono in piazza a Roma il 22 giugno, per una manifestazione “importante per tanti motivi”, spiega Sateriale. “Intanto, l'abbiamo detto, non dobbiamo stancarci di ripeterlo perché in qualche modo testimonia di una nuova stagione di unità sindacale. Si sta aprendo una nuova stagione in Italia, con l'accordo del 31 di maggio, in qualche modo quello è un segnale altrettanto forte, e questa manifestazione ne è testimonianza”.
Inoltre “cade in un momento estremamente grave da un lato ed estremamente, potenzialmente diciamo, pieno di sviluppi dall'altro. Perché il vertice di oggi è un passaggio importante e perché il consiglio europeo della fine di giugno è pochi giorni dopo la nostra manifestazione. Saranno questi i momenti in cui l'Europa deve indicare se c'è una via alternativa a quella dell'austerità e quali politiche di rilancio della crescita si possono attuare in Europa e anche nel nostro paese”
Cgil, Cisl e Uil – spiega Sateriale – segnalano “la necessità di intervenire dal lato dell'emergenza attraverso la garanzia di ammortizzatori”, ma anche “la necessità, ormai urgente, di impostare delle politiche di crescita, delle politiche anticicliche. Naturalmente bisognerà recuperare le risorse. Noi pensiamo che una lotta seria all'evasione fiscale debba ancora essere iniziata nel nostro Paese, sistematica, costante non una tantum e da lì possano essere reperite delle risorse significative per la crescita. Ecco, non immaginiamoci di poter fare la crescita economica senza spese, senza investimenti”.
“Noi come Cgil – ricorda Sateriale - da tempo insistiamo sulla necessità, con il nostro Piano del lavoro, che sia lo Stato nelle sue diverse articolazioni nazionali, regionali e locali a decidere quale quota della spesa pubblica esistente debba essere finalizzata alla crescita, alla creazione di posti di lavoro. La piattaforma di Cgil, Cisl e Uil indica anche delle necessità generali di innovazione e di riforma di cui il paese ha bisogno, che accompagnano e in qualche modo facilitano le politiche della crescita. Si cita la necessità di ammodernare e semplificare le procedure della pubblica amministrazione”.
L’altro aspetto “è quello della politica industriale”. Spiega il dirigente Cgil: “Riteniamo che tocchi al Paese, al governo, alle forze istituzionali e anche a noi, alle forze sociali, alle imprese, indicare quali sono i settori, i comparti che non possiamo perdere, che non possiamo abbandonare alle dinamiche spontanee della crisi. Molti paesi europei, persino gli Stati Uniti stanno reinvestendo sul manifatturiero considerando il settore industriale manifatturiero come spina dorsale della economia di un paese, del suo sistema produttivo complessivo. Credo che sia una scelta giusta, che debba essere fatta anche in Italia. Su questo ci attendiamo delle politiche di indirizzo, naturalmente, non ci immaginiamo che sia lo Stato ad aprire le imprese manifatturiere”.
“Ho citato l'industria manifatturiera – prosegue Sateriale - ma dovrei citare anche l'industria dell'edilizia, volano tradizionale e storico della crescita economica di questo Paese che in questo momento è bloccata. Certamente rilanciare l'industria edilizia significa innovarla profondamente. Non possiamo immaginarci la ripresa dell'attività di costruzione più o meno regolata, più o meno selvaggia degli ultimi venti-trent'anni italiani. Ci dobbiamo immaginare un'edilizia qualificata, un'edilizia a risparmio energetico, una bioedilizia, anche qui sono necessari provvedimenti pubblici che regolino quel mercato, regolino non per contenere ma per espandere”.
“Direi che è importante che la sensibilità anche del governo Letta, su questi temi, venga per ora almeno dichiarata con forza e con il vertice di oggi direi che è un primo segno che si vuole far qualcosa, che si vogliono imboccare dei passi concreti. Vedremo poi quali sono i risultati ma il fatto che ci sia un vertice sostanzialmente sulla priorità del lavoro, alla vigilia del consiglio europeo del 27 giugno, secondo noi, è una novità importante”. Una novità che sei mesi fa, ha detto Sateriale durante la trasmissione Italia Parla, “sarebbe stata difficile da concepire”.
Una svolta europea?
Sateriale sottolinea la natura del vertice Ue del 14 giugno, che mette insieme i ministri del lavoro e i ministri delle finanze: “Per ora le risorse sono state sempre cercate, impiegate, a scopo di riequilibrio, a scopo di realizzare gli obiettivi del fiscal compact. L'idea invece che bisogna muovere delle risorse per avviare la crescita è un'idea importante, positiva. Oltre che di normale buonsenso. E' difficile rilanciare gli investimenti tagliando gli investimenti. Purtroppo qualcuno ha cercato di sostenerlo per molti mesi, per troppi mesi. Ora si cercano le risorse per il rilancio degli investimenti dei consumi, cioè in sostanza della domanda che è l'unica possibilità, l'unico lato da cui si può riavviare la crescita e creare nuovi posti di lavoro. Quindi è indispensabile che siano insieme i ministri del lavoro e i ministri delle finanze. Questo è un fatto di buon senso, di governo del realismo ecco, non semplicemente della propaganda”.
Secondo Sateriale “l'onda lunga della crisi è lontana dall'essersi esaurita. Perderemo ancora posti di lavoro, si chiuderanno ancora delle imprese e quindi è necessario una svolta di politica economica. Questa mi pare di poter dire che in qualche modo è diventata una considerazione che comincia a essere diffusa tra le forze economiche, oltre a quelle sindacali, e anche nel mondo della politica e del governo, e questo ci sembra un fatto importante. Naturalmente bisognerà vedere quali sono le ricette con cui si intende intervenire, quale è la svolta di politica economica che si debba dare”.
Una “convergenza importante”, rileva il dirigente sindacale, è che tutti sono d’accordo sul fatto che “al centro di questa svolta, di queste politiche, ci debba essere il tema del lavoro. Il lavoro è il modo con cui le persone esprimono la loro identità, oltre che un modo con cui mantengono sé stessi e le loro famiglie. Perdere il lavoro o non avere prospettive di lavoro significa togliere l'identità a milioni di persone, togliergli il loro ruolo di cittadinanza, significa disgregare il paese. Questa è davvero l'emergenza numero uno. Creare il lavoro non è facile. Non bastano gli interventi dal lato dell'emergenza, che pure sono importanti, indispensabili per coloro che sono in cassa integrazione, per coloro che hanno perso il lavoro, per coloro che non hanno ammortizzatori sociali, per gli esodati. Però la svolta credo debba riguardare le forme di politica economica. Noi – osserva Sateriale - dobbiamo rilanciare l'economia del paese, rilanciare il mercato interno, rilanciare la domanda interna. Su questa si creeranno posti di lavoro”.
Il 22 giugno
Con questa agenda Cgil Cisl Uil scendono in piazza a Roma il 22 giugno, per una manifestazione “importante per tanti motivi”, spiega Sateriale. “Intanto, l'abbiamo detto, non dobbiamo stancarci di ripeterlo perché in qualche modo testimonia di una nuova stagione di unità sindacale. Si sta aprendo una nuova stagione in Italia, con l'accordo del 31 di maggio, in qualche modo quello è un segnale altrettanto forte, e questa manifestazione ne è testimonianza”.
Inoltre “cade in un momento estremamente grave da un lato ed estremamente, potenzialmente diciamo, pieno di sviluppi dall'altro. Perché il vertice di oggi è un passaggio importante e perché il consiglio europeo della fine di giugno è pochi giorni dopo la nostra manifestazione. Saranno questi i momenti in cui l'Europa deve indicare se c'è una via alternativa a quella dell'austerità e quali politiche di rilancio della crescita si possono attuare in Europa e anche nel nostro paese”
Cgil, Cisl e Uil – spiega Sateriale – segnalano “la necessità di intervenire dal lato dell'emergenza attraverso la garanzia di ammortizzatori”, ma anche “la necessità, ormai urgente, di impostare delle politiche di crescita, delle politiche anticicliche. Naturalmente bisognerà recuperare le risorse. Noi pensiamo che una lotta seria all'evasione fiscale debba ancora essere iniziata nel nostro Paese, sistematica, costante non una tantum e da lì possano essere reperite delle risorse significative per la crescita. Ecco, non immaginiamoci di poter fare la crescita economica senza spese, senza investimenti”.
“Noi come Cgil – ricorda Sateriale - da tempo insistiamo sulla necessità, con il nostro Piano del lavoro, che sia lo Stato nelle sue diverse articolazioni nazionali, regionali e locali a decidere quale quota della spesa pubblica esistente debba essere finalizzata alla crescita, alla creazione di posti di lavoro. La piattaforma di Cgil, Cisl e Uil indica anche delle necessità generali di innovazione e di riforma di cui il paese ha bisogno, che accompagnano e in qualche modo facilitano le politiche della crescita. Si cita la necessità di ammodernare e semplificare le procedure della pubblica amministrazione”.
L’altro aspetto “è quello della politica industriale”. Spiega il dirigente Cgil: “Riteniamo che tocchi al Paese, al governo, alle forze istituzionali e anche a noi, alle forze sociali, alle imprese, indicare quali sono i settori, i comparti che non possiamo perdere, che non possiamo abbandonare alle dinamiche spontanee della crisi. Molti paesi europei, persino gli Stati Uniti stanno reinvestendo sul manifatturiero considerando il settore industriale manifatturiero come spina dorsale della economia di un paese, del suo sistema produttivo complessivo. Credo che sia una scelta giusta, che debba essere fatta anche in Italia. Su questo ci attendiamo delle politiche di indirizzo, naturalmente, non ci immaginiamo che sia lo Stato ad aprire le imprese manifatturiere”.
“Ho citato l'industria manifatturiera – prosegue Sateriale - ma dovrei citare anche l'industria dell'edilizia, volano tradizionale e storico della crescita economica di questo Paese che in questo momento è bloccata. Certamente rilanciare l'industria edilizia significa innovarla profondamente. Non possiamo immaginarci la ripresa dell'attività di costruzione più o meno regolata, più o meno selvaggia degli ultimi venti-trent'anni italiani. Ci dobbiamo immaginare un'edilizia qualificata, un'edilizia a risparmio energetico, una bioedilizia, anche qui sono necessari provvedimenti pubblici che regolino quel mercato, regolino non per contenere ma per espandere”.
Archiviato in:
Il Piano del lavoro
,
Sindacato
,
Lavoro
,
Analisi

Letta: «Non c'è più tempo, agire subito»
Il premier durante l'incontro a Palazzo Chigi coi ministri del Lavoro e delle Finanze di Italia, Spagna, Francia e Germania. "Coinvolgere Bei e Casse depositi e prestiti". Poi la conferma: "Piano nazionale prima del Consiglio europeo di fine giugno"
Cgil Cisl Uil: così la manifestazione del 22 giugno
Due cortei a Roma, da piazzale dei Partigiani e da piazza della Repubblica, partiranno alle 8,30 per giungere in Piazza San Giovanni dove alle 11 inizieranno i comizi dei tre segretari generali Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti
leggi i commenti | lascia un commento |
A Milano corteo nazionale per l'anniversario della Liberazione. Lattuada (Cgil Lombardia) a RadioArticolo1: “Tutti insieme contro la xenofobia e il ritorno di un passato buio. Noi non ci arrendiamo, questo è il nostro impegno”