“Vogliamo essere i protagonisti del cambiamento, serve più contrattazione e dialogo. Noi diciamo no allo schema amici/nemici, non è utile a migliorare né le condizioni dei lavoratori né quelle della comunità. Vogliamo misurarci nel merito delle questioni, ma chiediamo questo approccio anche ai nostri interlocutori”: queste le prime parole di Paola Galgani, circa i rapporti con le istituzioni e le controparti, nel primo incontro stampa da segretaria generale della Camera del lavoro di Firenze (è stata eletta il 23 settembre scorso, prima donna della storia ad occupare la carica).
Galgani, annunciando che il 15 ottobre Cgil, Cisl e Uil locali hanno in programma un presidio sotto la Prefettura all'interno di una mobilitazione nazionale sulle pensioni (“è lì - ha detto - che si gioca un pezzo importante del futuro del sistema sociale italiano”), ha spiegato le priorità della sua agenda: “La Camera del lavoro di Firenze rappresenta 140mila persone tra lavoratori, non lavoratori e pensionati, essere la segretaria generale è una grande responsabilità ma è ora di smettere di meravigliarsi se una donna occupa delle cariche importanti. Inizierò un percorso di confronto e ascolto con tutti i delegati e le delegate dei luoghi di lavoro del nostro territorio. Ieri ho visto quelli della Seves, un patrimonio della città da non disperdere. Presto toccherà ai lavoratori degli appalti e dei servizi, quelli più in sofferenza, e l'incidente sul lavoro capitato ieri nel negozio di Zara ne è una prova. Poi vedrò i lavoratori della scuola, che qui da Firenze hanno fatto sentire forte la contrarietà alla riforma, e - in accordo con le categorie - in seguito tutti gli altri. Cercheremo di stare meno nei palazzi e più sui luoghi di lavoro, le scelte vanno fatte basandosi su confronto e partecipazione. In ogni luogo di crisi la Cgil ci sarà, come è stato in questi anni. Cercheremo di dare maggiore rappresentanza a chi ancora non rappresentiamo, sia attraverso la contrattazione inclusiva sia con un rafforzamento della tutela individuale”.
Anche perché, ha aggiunto Galgani, “il sindacato è sotto attacco, e il problema è che questo attacco si ripercuote sui lavoratori e il lavoro. L'irrigidimento di Confindustria sul rinnovo dei contratti nazionali, ad esempio, è incomprensibile in un Paese che soffre sui salari e sulla domanda interna. Ma l'Italia ha superato le sue stagioni più difficili sempre coinvolgendo i sindacati”. Galgani ha infine indicato tre grandi sfide da lanciare: la legalità (“tutela i lavoratori, conviene alle imprese. Da non sottovalutare gli allarmi sul caporalato nelle campagna dell'empolese”), sanità (“occorre valorizzare i lavoratori e aumentare la capacità di dare risposte ai cittadini”), Città metropolitana (“Firenze è più grande di Firenze ormai, bisogna ragionare in ottica di Città metropolitana come politiche e interventi infrastrutturali, per essere più competitivi”).
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